Il tempo di Twitter

Salvador-Dali-clock-15973

Il titolo non si riferisce alla collocazione temporale degli strumenti social, ma alla rapida variazione della realtà percepita, dell’espansione che avviene sotto i miei occhi di utente.

La rete, in particolare Twitter, si muove misteriosamente, ha una sua regola giornalistica? C’è un’eminenza grigia che detta i Trending Topic? Queste tendenze che compaiono puntualmente sul lato della schermata? Ognuno di noi ha una sua Timeline molto precisa e praticamente unica, fatta di scelte più o meno oculate, legata a persone con le quali interagiamo oppure no, ma come nel più classico dei “butterfly effect” talvolta basta un unico tweet per sconvolgere tutto in pochi minuti, un input che ci fa assistere ad una mutazione inattesa.

Ed ecco che, come un diligente banco di sardine, la maggioranza dei nostri contatti si trova ad affrontare uno o più argomenti per i quali possiamo o non possiamo mostrare interesse; nei casi di interazione “obbligata” ci ritroveremo menzionati, e questo ci darà modo di entrare di diritto nella discussione anche quando l’oggetto del dibattito non ci piace, quindi per supportare o per dissentire. Ma quando siamo semplici spettatori di ciò che accade, allora il discorso cambia completamente, perché ci sentiamo in dovere di fare o non fare una scelta d’intervento, o assisteremo inerti a scambi d’opinione che non condividiamo e frasi umorali che non vorremmo leggere.

Tutto ciò inoltre, spesso accade nell’arco di poche ore. Mentre la mattina eravamo impegnati in piacevoli scambi con i nostri followers più affezionati, il pomeriggio potremmo ritrovarci con la testa che scoppia per una parola di troppo, senza nemmeno essere stati direttamente coinvolti; e ci chiediamo il perché.

Dov’è il punto?
Forse la nostra mente non è per natura allenata a sopportare ritmi variabili di questa portata; nella vita “reale” o per dirla con Platone nel [mio] Mondo sensibile, queste mutazioni avvengono in tempi apparentemente più dilatati, che forniscono alla nostra mente la possibilità di assuefarsi gradualmente al cambiamento, e grazie ad una completa percezione sensoriale accettare che magari il nostro collega di lavoro, quel giorno, è di cattivo umore, e va affrontato in modo diverso rispetto a ieri.

Ma nel “Mondo ideale” di Twitter, tutto ciò è complicato dall’impossibilità di sfruttamento dei nostri normali organi sensoriali, e così il silenzio apparentemente prolungato di una determinata persona, viene letto come un “problema”; anche l’ironia, quando non è marcatamente definita, può essere facilmente fraintesa, inoltre l’overload di informazioni può fornirci un falso feedback, ingenerando errori di interpretazione socialmente fatali.

Si potrebbe facilmente dissentire, affermando che Twitter è in fondo come un qualsiasi altro device, che può essere spento o ignorato, e che quindi il problema è solo dell’osservatore che intende persistere, ma non dobbiamo dimenticare che per un utente mediamente affezionato al sistema, questo è un campo relazionale divenuto parte attiva del mondo reale, dove le amicizie si coltivano con la stessa naturalezza, sono anzi molto più delicate, e meritano maggiori attenzioni per sopperire all’intangibilità.

La timeline, soprattutto quando questa è spiccatamente eterogenea, rispecchia un mondo a velocità dieci volte superiori al normale. Per afferrarne il significato dobbiamo utilizzare necessariamente un senso suppletivo, una sorta di propriocezione dello spazio-tempo, non per il nostro corpo, quanto piuttosto per i sentimenti, il senso di complicità, di amicizia e di dialogo.

L’essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente a modificare le azioni e, in una certa misura, anche i giudizi e le percezioni visive di una persona?

L’esperimento di Ash [1956]

20140320-171013.jpg


corrini

1 comments

  1. visto che il dott. #Laquaglia ha tentato il mestiere di attore, quello di poeta, per poi dedicarsi a propiziare pioggia in Valpadana e che, a seguito dei cambiamenti climatici, i suoi contadini non sanno più cosa augurarsi dopo che @Iddio esaudì la sua ultima preghiera lanciando tra Vigevano, Pavia e San Donato Milanese una dose così massiccia e violenta di certo liquido grigiastro intensamente alimentato da co2 (neologismo #bombadacqua) , che l’intera area fu presto popolata da ex viandanti agresti oggi agghindati dentro tutine da marinaretto. Remi in spalla. Tutto ciò innanzi premesso, ci permettiamo di consigliare “Troppo giovani troppo vecchi” – Angelica Mucchi Faina – (http://www.ibs.it/code/9788858106570/mucchi-faina-angelica/troppo-giovani-troppo.html ) all’aspirante psicologo, dove troverà pregiate conferme all’esperimento di Ashsu su vaste tematiche . In sintesi: il conformismo è la via breve che si predilige per non essere diverso, per non dover faticare a difendere le proprie scelte. E’ l’Io sociale che configge con l’Io individuale, Il pregiudizio è l’ombra psichica di quel conformismo. Il libro dimostra come tante credenze e conformismi alla prova scientifica risultino infondati.

Lascia un commento