Politica

I Programmi dei partiti per le Elezioni Europee 2014

Programma PD:

Fai clic per accedere a europee_programmaPd1.pdf

Programma IDV:

Fai clic per accedere a programma_web.pdf

Programma Verdi Europei:
http://campaign.europeangreens.eu/change-europe-vote-green-0

Programma Scelta Europea (Scelta Civica):

Fai clic per accedere a sc_programma_europee_2014.pdf

Programma L’altra Europa Con Tsipras (SEL):

Fai clic per accedere a digitsipras-programma.pdf

Programma (punti) M5S:

Fai clic per accedere a 7punti.pdf

Programma Lega Nord:
http://www.leganord.org/index.php/component/phocadownload/category/194-programma-elettorale-europee-2014?download=1178:programma-elettorale-europee-2014

Punti programmatici NCD:

Fai clic per accedere a Europa_Programma_sintetico-ncd.pdf

Punti programmatici Fratelli D’Italia:
http://www.fratelli-italia.it/programma.html

Punti programmatici Forza Italia:
http://www.forzaitalia.it/notizie/10773/25-maggio-forza-italia

#SalviamoPompei: Vesuvio 2.0

Tre milioni di persone da evacuare

Foto 09-03-14 23 56 19

Come salvare Pompei? È la scienza che ci da la risposta: spostandola altrove, insieme ai milioni di esseri umani che vivono nell’area del Vesuvio. Potrebbe sembrare una visione catastrofica. In realtà non lo è, anzi. È l’unica soluzione razionale e previdente, alla luce delle stime e delle analisi dei vulcanologi.

La situazione contingente dei ripetuti crolli all’interno di Pompei ci offre oggi l’occasione per riportare all’attenzione del Governo e dell’Europa il disastro annunciato dell’eruzione del Vesuvio. Il vulcano esploderà, non sappiamo quando, ma le probabilità che l’evento si verifichi aumentano di anno in anno, con l’allontanarsi dall’ultimo grande evento pliniano.

A supporto di queste nostre considerazioni, che ai più potrebbero apparire eccessivamente allarmistiche, sono qui elencate solo alcune delle centinaia di testimonianze di autorevoli esperti, anche transnazionali, che ci mettono in guardia dal reale pericolo.

Se gli scienziati fossero in grado di dirci che il Vesuvio esploderà tra dieci anni esatti, il 10 marzo 2024, il paese si mobiliterebbe immediatamente per l’evacuazione delle zone a rischio e per la messa in sicurezza di quanto possibile non solo del patrimonio artistico e culturale della Campania, ma di tutta Italia.

Per quale motivo se ci dicessero invece che l’esplosione avverrà tra cinquant’anni, non dovremmo agire subito nello stesso modo?

Gli esseri umani del 2064 non hanno meno valore di quelli del 2024 o di quelli del 2094.

Esiste un piano di evacuazione, da attuare in una settimana nell’eventualità i vulcanologi diano l’allarme.

Il Giappone ha completato l’evacuazione delle zone circostanti Fukushima in un anno. E’ piuttosto difficile credere che in Italia saremmo in grado di evacuare un milione e mezzo di persone in una settimana.

Consideriamo inoltre che investire risorse e denaro per restaurare Pompei nel sito attuale, oltre a costituire uno spreco di prezioso denaro pubblico darebbe il messaggio fuorviante che il pericolo non è reale, o non è realistico. Pensate invece se domani venisse presa la decisione di spostarla altrove. Forse i cittadini ancora recalcitranti a spostarsi o che si affidano alla buona sorte potrebbero riflettere con più attenzione sul futuro.

Buona lettura.

@adrastea_it @corrini

——–

Il Vesuvio è un vulcano situato nella baia di Napoli che, nel 79 e nel 1631, distrusse le cittadine che lo circondavano. Il Vesuvio è oggi accerchiato da tre milioni di persone e si sta preparando per una prossima eruzione esplosiva che, con grande probabilità, avverrà in questo secolo. Se la popolazione e il territorio non si prepareranno a fronteggiare la prossima eruzione del vulcano, le conseguenze umane ed ambientali potrebbero essere catastrofiche.

Prof. Flavio Dobran, vulcanologo, New York University
http://www.gvess.org

——–

Le probabilità di eruzione

  • Probabilità di un’eruzione violentissima, simile a quella del 79 d.C. che distrusse Ercolano e Pompei (eruzione di tipo “pliniano”), entro i prossimi 100 anni: uno per cento
  • Probabilità di un’eruzione “sub-pliniana” simile a quella del dicembre 1631 (quindi assai grave e pericolosa, in grado di provocare gravi ed estese distruzioni) entro i prossimi 100 anni: 27%.
  • Probabilità di un’eruzione di tipo stromboliano-vulcaniano (quindi meno grave): 72%.

Sulla base di questi dati, da parte di molti autori e studiosi si chiede di prendere in considerazione, come scenario di riferimento da porre a base del Piano di Emergenza del Vesuvio, proprio un evento tipo 1631.
Dati tratti dal libro “Terno secco al Vesuvio. Un’idea per la riduzione del rischio vulcanico” scritto dal geologo Vincenzo De Novellis e dal divulgatore scientifico Gennaro Di Donna

——–

Le testimonianze geologiche mostrano come, in un arco di tempo geologicamente recente, le eruzioni pliniane del Vesuvio si siano susseguite secondo un ritmo irregolare ma allarmante. Le eruzioni maggiori ebbero luogo 25 mila, 17 mila, 15 mila, 11.400 e 8.000 anni fa. Poi è seguita l’eruzione di Avellino, 3.780 anni fa, e infine quella di Pompei, nel 79 d.C., quindi quasi 2.000 anni fa. L’intervallo tra due eruzioni principali, dunque, sarebbe di circa 2.000 anni: basandosi su questo dato, Sheridan e Mastrolorenzo sostengono che ogni anno la probabilità che si scateni un’eruzione maggiore è superiore al 50 per cento, e che le chance aumentano man mano che gli anni passano e ci si allontana dall’ultimo grande evento pliniano.

Queste previsioni così dirette hanno causato polemiche infuocate, soprattutto perché ipotizzano una minaccia per l’area metropolitana di Napoli. In realtà, Napoli non è contemplata nel piano d’emergenza messo a punto dalle autorità italiane nel 1995 e modificato l’ultima volta nel 2001. Il piano ipotizza un’eruzione subpliniana, quindi di portata minore, e prevede l’evacuazione di “sole” 600 mila persone: gli abitanti dei 18 comuni più vicini al cratere, la cosiddetta “zona rossa”. Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha definito «allarmista e irresponsabile» l’analisi dei rischi effettuata da Sheridan, e ha annunciato che «i piani d’evacuazione non saranno cambiati».

(National Geographic)

Vesuvio, l’eruzione che verrà, di Stephen S. Hall, 30 settembre 2007
http://www.nationalgeographic.it/italia/2007/09/30/news/vesuvio-17517/

Vesuvio, “la bomba a orologeria d’Europa”
http://www.nationalgeographic.it/natura/2011/05/13/foto/vesuvio_tra_paure_e_speranze-332365/1

Pericolo Vesuvio: NG Italia l’ha scritto nel 2007
http://www.nationalgeographic.it/italia/2010/04/29/news/pericolo_vesuvio_ng_italia_lha_scritto_nel_2007-17667

Campi Flegrei Grand Tour
http://www.nationalgeographic.it/italia/2009/06/01/news/campi_flegrei_grand_tour-18602

National Geographic – Vesuvio – Conto alla rovescia 1/3:
http://youtu.be/3QjRWSlZbgU

National Geographic – Vesuvio – Conto alla rovescia 2/3:
http://youtu.be/6OPJcbXhi64

National Geographic – Vesuvio – Conto alla rovescia 3/3:
http://youtu.be/J-0yw4PJmKk

——–

Pubblicazioni scientifiche:

Nature

Volcanology: Europe’s ticking time bomb, 11 maggio 2011
http://www.nature.com/news/2011/110511/full/473140a.html

Science

What would happen if Mount Vesuvius erupted today?
http://science.howstuffworks.com/nature/natural-disasters/mount-vesuvius.htm

LiveScience

Vesuvius Could Destroy Naples, History Suggests
http://www.livescience.com/7082-vesuvius-destroy-naples-history-suggests.html

USGS – U.S. Geological Survey

Volcanic risk perception of young people in the urban areas of Vesuvius: Comparisons with other volcanic areas and implications for emergency management
http://pubs.er.usgs.gov/publication/70032064

INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Attività sismica (database storico e tempo reale)
http://sismolab.ov.ingv.it/sismo/index.php?PAGE=SISMO/last&area=Vesuvio&rmenu=on

Storia eruttiva e stratificazioni geologiche
http://www.ov.ingv.it/ov/it/vesuvio/storia-eruttiva-del-vesuvio.html

——–

Sui media:

Corriere della Sera – 05 marzo 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/02_Febbraio/28/vesuvio.shtml

Napoli Today – 29 aprile 2010
http://www.napolitoday.it/cronaca/martini-no-allarme-vesuvio.html

Il Giornale della Protezione Civile  17 maggio 2011 – Piano di evacuazione
http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/?pg=1&idart=3418&idcat=1

——–

La politica:

Partito Radicale: trent’anni di denunce

Il rischio Vesuvio e il dissesto del territorio: l’allarme lanciato da Pannella da 30 anni
http://www.radioradicale.it/il-rischio-vesuvio-e-il-dissesto-del-territorio-lallarme-lanciato-da-pannella-da-30-anni

La catastrofe da “un milione di morti”: “segreto di stato” e affari dietro la possibile eruzione del Vesuvio
http://www.radicali.it/20130207/catastrofe-da-un-milione-morti-segreti-stato-affari-dietro-possibile-eruzione-del-vesuvio#sthash.4l38Jadv.dpuf

Campi Flegrei e Vesuvio, intervista a Lucia Pappalardo
http://www.radicali.it/20130612/campi-flegrei-vesuvio-intervista-lucia-pappalardo#sthash.sORTswin.dpuf

Chi fa carriera raggiunge il massimo livello di incompetenza

Libere considerazioni ispirate da “The Peter Principle”.

Nell’ambito dell’osservatore subordinato si ha spesso la sensazione che il superiore sia nettamente più incapace di quanto lo siamo noi nell’eseguire –  o semplicemente nel comprendere – semplici compiti o servizi di base.

L’avanzamento di livello (la premialità) non sempre dipende dal valore della maestranza, ma spesso è la gratifica per il minor danno provocato all’interno della struttura; la scelta del “meno peggio” è il pericoloso algoritmo a cui si fa spesso riferimento per il calcolo del soggetto adatto a ricoprire una specifica carica.

Il subordinato ha quindi la sensazione di avere a che fare con un superiore che non comprende o che non condivide, per presunta difformità di idee, la visione di un determinato fatto.

Per prima cosa vorrei citare un test a me molto caro, che per un certo periodo è stato posto come quesito agli aspiranti cadetti all’Accademia di West Point, futuri ufficiali comandanti dell’Esercito USA:

“Avete 50 fusti di carburante da portare al di là di un muro alto 12 metri: avete a disposizione 10 uomini per il compito”

La stragrande maggioranza degli aspiranti proponeva soluzioni empiriche al limite dell’equilibrismo da circo equestre: piramidi o colonne di uomini, catapulte umane, calcoli aritmetici su pesi e misure dei bidoni e così via; inutile dire che questi allievi non sarebbero mai stati ammessi al successivo esame.

La soluzione era tuttavia semplicissima: “Uomini, portate al di là del muro quei fottuti bidoni”

Brutale ma efficace.

Un vero capo non deve infatti preoccuparsi necessariamente del “come” un’azione verrà eseguita, a lui dovrebbe interessare il risultato, a lui deve essere fornito il materiale e tutto ciò che è utile perché il compito venga eseguito.
A lui resta poi la responsabilità di rispondere a chi – sopra di lui – è certo che il subalterno è stato messo nella condizione di eseguire al meglio il lavoro; e così via.

Pertanto in una piramide a ritroso anche l’uomo che dovrà portare il bidone al di là del muro deve avere la certezza che qualcuno dovrà fornirgli l’equipaggiamento per farlo; per questo in ambito militare esiste la logistica.

Quindi se un capo incarica i suoi subordinati di un compito palesemente ineseguibile (o potenzialmente tale) e soprattutto ne attende un risultato positivo è semplicemente un cretino.

Se poi oltre a non fornire equipaggiamento ed addestramento, accentra su se stesso il compito nella speranza che il riconoscimento sarà solo a suo beneficio è doppiamente cretino.
Se infine accumula su se stesso un numero tale di compiti che non riuscirà a portare a termine è da considerarsi un completo inetto.

La fiducia e il rischio sono i prezzi da pagare, essi crescono esponenzialmente quando si sale la piramide, parallelamente alla retribuzione. Più in alto arriverai e più rumore farai cadendo, ma se sarai oculato nelle tue scelte resterai in equilibrio più di quanto ti aspettavi.

Per questo accade che le valutazioni errate di un singolo dirigente portino un’azienda alla bancarotta, ma ben più importante è il mancato riconoscimento alle maestranze che non sono state messe nelle condizioni ottimali per poter dare il meglio.

I primi a pagare il conto sono spesso i subordinati, redarguiti, sanzionati o nella peggiore ipotesi rimossi, mentre i veri responsabili tendono a galleggiare molto più a lungo perché non esistono alternative o semplicemente perché è più complicato trovare una prova tangibile della loro responsabilità diretta.
Come il plotone di esecuzione: 5 uomini, uno di loro ha il fucile caricato a salve ma non lo sa; quindi ognuno di loro ha sempre una plausibile possibilità di smentita.

Nella peggiore delle ipotesi questi sono anche soggetti millantatori, che si nutrono dei successi altrui facendoli propri, badate, non stiamo parlando di superiori che ricevono il giusto riconoscimento per la corretta organizzazione, ma di veri e propri ladri di risultati che per il ruolo che ricoprono sono in grado di nascondere abilmente al pubblico gli autori del successo.

Il trionfo di questi personaggi è più garantito se nel corso degli anni hanno avuto l’abilità di circondarsi di collaboratori attivi e capaci ma non ambiziosi, meglio ancora se arrendevoli e palesemente assoggettati alle scelte altrui.